Benvenuta, Cristina !

fiocco



Aprile 2006. Io e la Jenny stiamo organizzando le nostre vacanze in Tunisia con l'idea e la speranza di essere presto in tre. A fine mese. un ritardo nel ciclo e soprattutto molta curiosità spingono la Jenny ad usare il test di gravidanza, il cui risultato è però molto sconcertante: nonostante la lettura dovrebbe risultare banale (una linea: non incinta; due linee: incinta), la striscetta dello sticker rivela una riga bella chiara ed una sbiaditissima! Servirà un secondo test, questa volta assolutamente inequivoco, per darci la certezza che avremo un figlio!

A partire da giugno iniziano le visite dalla ginecologa e parte il calendario di tutti i controlli da fare (non sono certo pochi!). Si inizia il 31 maggio con i primi esami del sangue e delle urine e la prima ecografia, davvero emozionante anche se non si vede praticamente nulla all'infuori di un paio di pixel in movimento (il battito del cuore). A giugno si continua con gli esami in vista del primo controllo importante: l'ultrascreen o tri-test, utile per escludere, da un punto di vista probabilistico, la presenza della sindrome di down. La cosa più complicata è la prenotazione (da farsi tassativamente tra l'8 ed il 20 luglio, ossia tra la 10a e la 12a settimana), impossibile da effettuarsi telefonicamente, e così la Jenny è costretta a lunghe code in due degli ospedali scelti: Mangiagalli e Buzzi.

Sia per la struttura abbastanza decadente che per le file interminabili, alla fine il Mangiagalli viene abbandonato e così, il 12 luglio, ci presentiamo dalla Dott.ssa Tassis per il prelievo del sangue e per l'analisi della translucenza nucale.
Purtroppo, nel caso in cui il risultato non sia buono (meno di una probabilità su 380 per chi ha 35 anni), è necessario approfondire la cosa tramite amniocentesi, che dunque prenotiamo per il 9 agosto, rinunciando alla terza settimana di ferie in Tunisia. La lettera ci arriva proprio il giorno prima di partire per le ferie, e, abbastanza con il cuore in gola, indago con lo sguardo sino a trovare il valore che cerco: è addirittura 1 su 4500! Partiamo tranquilli, sapendo che l'amniocentesi neppure la faremo.

Agosto procede relativamente tranquillo, e si riprende a settembre con la "morfologica", l'ecografia che permette di capire se gli arti e gli organi interni del bimbo sono correttamente formati. Questo tipo di analisi va effettuato entro la 22a settimana di gestazione, dato che il termine ultimo per abortire in caso di gravi malformazioni è la 24a settimana. Al Buzzi, il primo giorno valido è il 22 settembre (un po' tardi) e così ne prenotiamo un'altra, all'ASL di Piazzale Loreto, per il 19. Entrambe vanno molto bene, e si inizia anche ad intravedere la forma del bebè! Vengono misurati il BPD (diametro biparietale), la CC (circonferenza cefalica), la CA (circonferenza addominale) e la lunghezza del femore.

Continuano gli esami di routine ed arriviamo ad un'altra ecografia importante, quella dell'accrescimento: con questo esame verrà valutata la crescita fetale, la quantità di liquido amniotico, la situazione della placenta e la posizione fetale. Da effettuarsi tra la 30a e la 34a settimana, prendiamo appuntamento per il giorno 27 novembre. Vengono ripresi i dati di BPD, CC, CA e femore e riportati sul grafico di accrescimento prenatale per capire come evolve la situazione: tutto rientra nella norma.

A dicembre prenotiamo sia la visita alla sala parto del Buzzi, sia l'esame (il giorno 18) per valutare la compatibilità dell'epidurale. Tutto procede bene e siamo pronti per trascorrere il Natale in quel di Milano.

Dopo aver preparato tutto l'occorrente (valigia per la mamma, valigia per il bebè) ed aver addobbato la nostra camera da letto con un angolino per il nostro bimbo in arrivo, siamo pronti per trascorrere il Capodanno a Belluno senza sapere se è là che diventeremo in tre! Il parto viene considerato a termine da due settimane prima della data presunta del parto sino a 10 giorni dopo, e dunque nel nostro caso la finestra è dall'11 gennaio al 4 febbario, ma non si sa mai! Invece torniamo a Milano sempre in due e siamo pronti per l'ultimo grande test, l'ecografia della 39a settimana, da effettuarsi al Buzzi. Durante la visita una giovane allieva si lascia sfuggire varie frasi al femminile e a noi, che siamo volutamente ignari del sesso del nascituro, viene il sospetto che si tratti dunque di una femmina. Ma sarà così davvero? Beh, oramai manca poco... Ci viene consegnato un foglio, abbastanza astruso perché composto quasi esclusivamente di sigle (BCF, AFI, FAO, OISA), ma l'internet ci viene in aiuto con questo interessante documento: dall'ecografia risulta che il collo dell'utero si sta dilatando ma siamo ancora all'inizio, visto che la stazione p.p è a -4. La posizione del nostro bebè è di tipo occipito-iliaca-sinistra-anteriore, dunque la testa è rivolta verso il basso come è giusto che sia.
Ritorniamo, come da prescrizione, il 25 gennaio, proprio la data presunta del parto, senza alcun sintomo: il secondo esame ci propone dei dati ecografici ancora molto simili ed il dottore ci dice di ritornare tra una settimana, il primo febbraio.

Verso le 2 di notte, la Jenny si sveglia con delle contrazioni abbastanza blande ma regolari, e decide, verso le 3.15, di svegliare anche me. Con tre libri sul letto a mo' di manuale operativo e cronometro alla mano, ci accorgiamo che le contrazioni si susseguono in maniera regolare ogni cinque minuti, tempo ideale per andare all'ospedale! Io sarei già in macchina, ma mia moglie vuola ancora attendere un po' prima di essere sicura che non ci rimanderanno a casa una volta giunti al Buzzi! Alle 4.30 le contrazioni sono un po' ogni 5 minuti ed un po' ogni 3, per cui ci vestiamo, saliamo in auto ed in un quarto d'ora (non c'è nessuno per strada!) siamo già all'ospedale. Un medico visita la Jenny ed opta per il ricovero al primo piano del Pronto Soccorso, dove una infermiera con esperienza ed una giovane allieva iniziano il "tracciamento", collegando due sensori (battico cardiaco fetale e contrazione dell'utero) ad una macchina che con un pennino traccia, appunto, il risultato su una striscia di carta.
Proseguiamo così per più di un'ora, ed il risultato è "contrazioni non completamente regolari". Veniamo quindi portati al terzo piano, al reparto degenze, nella stanza 320, dove possiamo riposare in attesa che la natura prosegua nel suo compito. Verso le 10, un altro controllo, un altro monitoraggio e lo stesso risultato; verso le 16 le contrazioni si fanno sempre più forti ed inizio a cronometrare i tempi, che diventano sempre più precisi e regolari. Alle 18, il terzo controllo, che ci porta in sala travaglio: le contrazioni, assai dolorose, sono regolari, ma bisogna aspettare sino alle 20.30 perché l'anestesista di turno somministri l'epidurale alla Jenny! Quasi istantaneamente, le contrazioni smettono di procurare dolore e mia moglie si addormenta. Io intanto avviso le due nostre mamme, che nel frattempo si trovano in sala d'attesa, una dalle 10 del mattino e l'altra dalle 14.
Verso le 21.30 l'ostetrica Caterina si rende conto che la dilatazione è arrivata al massimo (i famosi 10 centimetri) e che la Jenny può iniziare a spingere. La cosa non è facilissima perché non sente quando arrivano le contrazioni, ma grazie ai valori riportati dalla macchina (ancora attaccata a lei con i suoi pesanti sensori, i cavi e tutto quel gel blu) ed alle indicazioni dell'ostetrica, si può dare inizio all'operazione. Poco dopo si possono già intravedere i capelli del nascituro! Che emozione!
Alle 23 circa ci trasferiamo in sala parto, per la parte conclusiva di questo lunghissimo travaglio, ed è una gara tra Caterina e l'ostetrica della stanza accanto, impegnata anche lei a guidare la neo-mamma con istruzioni del tipo "Dai! Spingi! Tieni tieni tieni! Brava! Così! Ok, adesso riposati...... spingi di nuovo!". Qualche minuto dopo vedo spuntare un siringone micidiale che viene prontamente inserito nel corpo della Jenny, poi esce un accenno di testa e poi, alle 23.15, tutta la nostra Cristina! Dopo qualche secondo la vediamo piangere, mentre il nasino e la bocca le vengono pulite con una cannula, e subito viene messa sul petto di mia moglie: un'emozione indescrivibile.
Ora Cristina va pesata e pulita, quindi, mentre la Jenny viene brevemente "ricucita", mi sposto nella sala adibita allo scopo. Cristina viene adagiata sotto una stufetta elettrica, in modo da rimanere al cado, pulita, lavata, pesata e siringata (le fanno una puntura con non so che cosa). Salta fuori anche una macchina fotografica, per immortalare l'ultimo bagnetto effettuato nella "sala parto vecchia" del Buzzi. Emozionato com'ero, chissà che foto ho scattato! Alla fine, mi consegnano la bambina, mi portano i vestiti che avevamo dato loro qualche ora prima, e mi dicono: bene, la rivesta! Io tento vagamente qualcosa, ma proprio non sono in condizioni e così, in mezzo alle risate generali, un'infermiera prende in mano la situazione al posto mio. Per fortuna! Finalmente posso uscire con 3,740kg e 49cm di Cristina in braccio e portarla alle nonne che sono in trepidante attesa! Subito dopo, vado dalla Jenny, che si trova in una stanzetta con altre tre mamme, in osservazione obbligatoria per due ore circa.
All'una di notte ritorniamo nella stanza 320. Cristina viene portata in un altro piano, per i controlli medici; la Jenny può finalmente riposare. Io e le due nonne torniamo a casa alle 3, esattamente 24 ore dopo l'inizio di questa avventura.

Passate le 48 ore di legge in cui Jenny deve rimanere sotto osservazione medica, oggi è il grande giorno del rientro a casa! I medici compilano le ultime carte, io arrivo prestissimo in ospedale causa blocco del traffico per le auto non catalitiche, e verso le 13 tutto sembrerebbe pronto. In realtà, un piccolo errore ci costringe ad attendere ancora un po' e poi dobbiamo fare le corse per liberare il letto ad un'altra signora che ha appena partorito e che sta aspettando addirittura in corridoio! Dunque, pieni di bagagli, regali, fogli e certificato di nascita, usciamo all'aria aperta ed entriamo nella costra casetta verso le 16. È proprio il caso di dire Benvenuta, Cristina !

Clicca su una delle due immagini per vedere una carrellata di foto od uno slideshow animato con tanto di musica!

slideshow
Foto Gallery
Slideshow

 


Qui potete vedere sia i grafici delle curve di crescita in generale (per i valori di BPD, CC, CA e lunghezza fetale a partire dalla lunghezza femorale), sia il confronto con i tre dati in nostro possesso, completamente in linea con la media statistica (il cosiddetto 50 percentile o 50%). Cliccare sulle immagini per ingrandirle.

Curve di crescita del diametro biparietale (BPD)
Confronto con i dati della Jenny
Curve di crescita della circonferenza cranica (CC)
Confronto con i dati della Jenny
Curve di crescita della circonferenza addominale (CA)
Confronto con i dati della Jenny
Curve di crescita della lunghezza fetale
Confronto con i dati della Jenny